Ho letto un libro molto bello, si intitola “La stampella di Cenerentola”. Lo ha scritto Noria Nalli, 47 anni, giornalista, due figlie. Malata di sclerosi multipla. Lei si definisce, con grande ironia, una Sclerotica: ed è con questo nome che per La Stampa cura un blog personale, dove si occupa di disabilità ma non solo. Con lo stesso titolo del suo libro cura una rubrica alla radio ( sui 97.6 di radio Flash ).
Noria è costretta a muoversi con l’ausilio di un deambulatore. Questo le consente di uscire di casa e percorrere, con grande fatica, le strade della sua città che le regalano incontri e storie che lei ci racconta nel suo libro. Sono quelli che le definisce i “percorsi di sopravvivenza” , percorsi che ben conosce chi, a causa di una disabilità congenita o temporanea, si muove nella città e tra la gente con tempi e difficoltà diversi. In mezzo alla rabbia e alla fatica, la disabilità permette però di sviluppare un punto di vista diverso sulla realtà che ci circonda, sulle persone che incontriamo, sulle loro storie, sulla sofferenza che non è più solo nostra ma condivisibile con altri.
Lungo il tragitto di Noria ci sono anche momenti di riposo, ristoro, socialità: il bar, il negozio per animali, la panetteria, la cartoleria.
Le storie scritte sono accompagnate dai suoi disegni: bellissimi. Che Noria ha realizzato “con lo stesso spirito di una bambina desiderosa di abbellire il suo quaderno preferito. (..) Mi sono buttata con entusiasmo ed incoscienza e spero che la mia scelta abbia donato un po’ di leggerezza alla materia che ho scelto di affrontare in queste pagine. Perdonate comunque la mia presunzione.” Come si fa a non ammirare una persona così? La sua storia mi ha fatto venire in mente Laura Boerci, altra donna straordinaria.
Noria è una donna forte, coraggiosa e ribelle. Di sé dice: “Ho le mie paturnie i miei momenti di ribellione e di crisi ma è forte in me il lato erotico, artistico, vitale, ironico. Vivo la vita, come un film, un racconto avvincente.”
Spero di poterla conoscere, un giorno.
testo ©Maria Cristina Codecasa Conti
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