Mariangela Bogni, avvocato

Mariangela Bogni, avvocato
Mariangela Bogni, avvocato

Che lavoro fai?

Sono un avvocato. Litigo di proprietà industriale: di brevetti (dagli aggeggi più strani ai farmaci), design, marchi, segreti industriali e concorrenza sleale.

 

Necessità, vocazione, occasioni: quanto hanno contato nella scelta del tuo lavoro?

La vocazione ha pesato, senz’altro: ho deciso che avrei fatto l’avvocato quando avevo sei/sette anni, dopo aver visto alla televisione il noto film “Il buio oltre la siepe”, con l’avvocato idealista Gregory Peck (il primo uomo che abbia mai pensato di sposare), che difendeva contro tutti un innocente. E anche le occasioni hanno fatto la differenza: mi è sembrato di toccare il cielo con un dito quando, pochi giorni dopo la laurea, il “professorone” con il quale avevo fatto la tesi  (avvocato leggendario e decano della materia) mi ha proposto di fare pratica nel suo studio.  Nella mia città l’avvocato probabilmente non avrei potuto farlo, perché il praticantato era normalmente non compensato: Milano ed uno studio prestigioso, che pagava la collaborazione, è stata l’occasione indispensabile per me, che avevo la necessità di mantenermi sin da subito. Per cinque anni ho tenuto duro facendo il pendolare; poi ho potuto trasferirmi e oggi mi godo il piacere di vivere a due passi dallo studio, in una bella zona di questa città che amo moltissimo.

 

Hai avuto un Maestro/a?

Certo. Il “professorone” e il suo migliore allievo, a sua volta diventato professore: uno studioso di grandissimo spessore ed un avvocato pieno di carisma e con un’oratoria implacabile.

 

Che strumenti usi per il tuo lavoro?

“Ispirazione e traspirazione”, secondo una vecchia, gustossima, battuta. E per il resto, libri, Internet, banche dati: ma più in generale la realtà, perchè soprattutto i marchi e il design sono una parte rilevante della nostra vita quotidiana, che si impara a conoscere osservando tutto quanto ci circonda con attenzione, a partire dagli scaffali dei supermercati.

 

Com’è lo spazio in cui lavori?

Disordinatissimo e disseminato delle cose più strane. Oggi, per esempio, ho sparsi per la stanza fotografie di tessuti, semilavorati per gelati, modellini di automobili e la confezione di un farmaco per il mal di stomaco.

 

Hai dei discepoli, allievi, assistenti?

I colleghi di studio più giovani, che hanno il rito di venirmi a fare “una domandina” (e sono mediamente 50 “domandine” al giorno”).

Sei indulgente con i tuoi errori?

Per niente. Se mi capita di sbagliare (e cerco di far in modo che non capiti, perchè nel mio lavoro gli errori possono essere davvero molto costosi …) mi sento come se avessi ammazzato qualcuno.  Comunque, le rare volte che mi è capitato qualche svarione (ringraziando il Cielo per ora non grave), sono stata abbastanza abile nel trovare un rimedio.

 

Quanto conta il giudizio degli altri nel tuo lavoro?

Ovviamente molto, visto che ho un Giudice che alla fine decide se vinco o perdo. E vincere, per un avvocato, è un ovvio istinto di sopravvivenza.

 

In che cosa consiste la creatività nel tuo lavoro?

La creatività sta nel riuscire a prospettare in modo efficace (ed esteticamente piacevole) gli argomenti a favore del cliente, creando un percorso che il Giudice segua con interesse e persino curiosità (anche quando si tratta di un “lavorino” di cento pagine riguardante problemi di chimica): e comprende la capacità di scrivere chiaramente  (e la chiarezza è spesso quanto di più complesso vi sia da raggiungere) così come quella di buttar lì, al momento giusto, la battuta ficcante, che rappresenta il colpo da KO all’argomentazione avversaria.

 

Cosa c’è sulla tua scrivania in questo momento?

Brevetti assortiti, cibarie (l’immancabile coca cola, per cominciare), crema per le mani, un libro di filosofia del linguaggio (non mi serve per una causa: serve a me, come persona !), l’agenda dei conti personali, libri di diritto, un paio di vecchi numeri delle storie dei paperi di Carl Barks (Paperino e compagnia, per intenderci: ed io e Paperino siamo nati nello stesso giorno) e un paio di riviste di cucina.